Attacchi Informatici ai Negozi: 1,8 miliardi i danni

I cyber attacchi? Non sono più uno spauracchio per il futuro, un timore con il quale fare i conti a suo tempo. Gli attacchi cibernetici sono una triste realtà in tutto il mondo e, in esso, l’Italia non fa certo eccezione.

 

Per averne consapevolezza non è certo necessario fare troppi passi. Una recentissima ricerca denominata “La cyber-criminalità contro gli esercizi commerciali in Italia”, realizzata da Confcommercio in collaborazione con Intellegit, una start up che opera nel settore della sicurezza dell'Università degli studi di Trento, analizzando il fenomeno nel periodo novembre 2016-ottobre 2017 sugli esercizi commerciali di Milano, Roma e Bari ha tratto dei risultati ben poco confortanti.

 

Il dossier sostiene infatti come nel corso del 2017 siano stati più di 250mila gli esercizi commerciali che hanno dichiarato di aver subito almeno un cyber-attacco. In totale, il danno complessivo agli esercizi colpiti è stato pari a circa 1 miliardo e 800mila euro
Come spiega la ricerca, la vulnerabilità degli esercizi commerciali è piuttosto alta, tanto che si stima come nel 96,3% dei casi i propri business siano a rischio cyber-criminalità. Poco sicuri risultano altresì essere quasi la metà dei siti internet delle stesse attività commerciali

 

Le brutte notizie non sono finite qui. Poiché, di fianco a questa evidente e diffusa vulnerabilità, a tutti i livelli, emerge dalla ricerca che quasi un commerciante su due non è sufficientemente consapevole di questi rischi
Tra chi si dice consapevole dei pericoli, la misura di protezione più attivata e utilizzata (nel 90% dei casi) è rappresentata da programmi antivirus e firewall, mentre è ancora troppo poco il livello di penetrazione delle polizze assicurative cyber-risk. 

 

Non solo: a dipingere un quadro ancora più deludente, il fatto che meno di 1 episodio di cyber-attacco su 2 viene regolarmente denunciato alle autorità competenti.

“Le cyber-minacce sono in continua evoluzione e destinate a crescere in un mondo sempre più connesso e digitalizzato e questa tendenza non risparmia il settore del commercio che subisce attacchi sia contro gli strumenti informatici dell'attività commerciale (malware, attacchi DoS e black hat hacking), sia contro l'attività commerciale stessa attraverso strumenti informatici, come le frodi tramite email di phishing” - afferma la ricerca, che ha individuato tre tipologie di costi direttamente derivanti dagli attacchi della cyber-criminalità al commercio in Italia.

 

  • Il primo è relativo ai costi di protezione, ovvero a tutti quegli oneri che i commercianti sostengono per potersi dotare di sistemi di sicurezza contro le cyber-minacce: si tratta di investimenti strutturali, a volte anche agevolati, la cui efficacia si dipana nel corso di più esercizi.
  • Il secondo cluster di costi è quello degli oneri diretti, ovvero quelle voci riconducibili alle perdite monetarie che il commerciante può subire nel caso in cui sia stato vittima di un cyber-attacco. 
  • Il terzo gruppo di costi è infine quello degli oneri indiretti, ovvero la quantificazione monetaria di una serie di danni immateriali, cui un commerciante può incorrere come conseguenza di un episodio di cyber-criminalità. Si pensi – tra i tanti – ai costi legati a “riparare” i pregiudizi di immagine.

 

Confcommercio dichiara infine che complessivamente, nel corso degli ultimi 12 mesi, i costi legati alla protezione che sono stati sostenuti dai commercianti ammontano a quasi 890 milioni di euro, mentre quelli diretti sono pari a 850 milioni di euro.
Tra i possibili costi indiretti, più difficili da stimare, è stato comunque possibile calcolare il valore monetario delle ore che i commercianti che hanno subito un cyber-attacco hanno perso per risolvere il problema, per più di 50 milioni di euro.

 

Considerando però che i danni indiretti sono ben più ampi delle sole ore di lavoro perse, riteniamo che la statistica possa essere ricondotta in forte rialzo.
 

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