certificatore fiscale

Commercialisti e avvocati inclusi nell’elenco dei certificatori della cooperative compliance avranno tempo fino al 30 settembre 2026 per ottenere il cosiddetto “bollino blu”, necessario per certificare il sistema di gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework, TCF) delle imprese che hanno già richiesto di entrare nel regime di adempimento collaborativo per gli anni d’imposta 2024 e 2025.

La proroga si è resa necessaria a causa delle difficoltà incontrate nella formazione dell’elenco dei certificatori: la realizzazione delle liste di avvocati e commercialisti, infatti, ha impiegato più tempo del previsto.

Per una maggiore comprensione facciamo un passo indietro.


Regime di adempimento collaborativo, Tax Control Framework e certificatore fiscale.

Il regime di adempimento collaborativo o di “cooperative compliance” è stato istituito nel 2015 con il decreto legislativo n. 128, con il fine di rafforzare il rapporto tra Amministrazione finanziaria e contribuenti.

Possono aderire a questo sistema i contribuenti che dispongono di un sistema di gestione del rischio fiscale solido e capace di individuare, misurare e prevenire eventuali violazioni delle norme tributarie o comportamenti non coerenti con i principi dell’ordinamento tributario, il cosiddetto Tax Control Framework (TCF)

Quest’ultimo consiste in uno strumento interno che aiuta le aziende a gestire meglio il rischio fiscale, riducendo la possibilità di andare incontro a violazioni tributarie in caso di accertamenti fiscali da parte delle autorità preposte (Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza). 

L’adesione al regime di adempimento collaborativo è volontaria ed è riservata ai contribuenti che rispettano quindi determinati requisiti dimensionali e che dispongono di un adeguato sistema TFC.

Per favorire una più ampia diffusione della cooperative compliance e incoraggiare un cambio culturale nelle imprese italiane, il D.lgs. 221/2023 ha rafforzato e aggiornato la disciplina.

Il decreto ha infatti introdotto misure di semplificazione, razionalizzazione del sistema tributario e revisione degli adempimenti dichiarativi, con l’obiettivo di rendere più semplice e conveniente l’accesso al regime di adempimento collaborativo.

In seguito con il decreto n. 108/2024 (decreto correttivo) sono stati evidenziati con ancora più gli obiettivi:

  • ampliare la platea dei soggetti beneficiari;
  • favorire l’accesso al regime chiarendo la costruzione del sistema TFC e introducendo un meccanismo di certificazione preventiva da parte di professionisti specializzati, iscritti all’albo dei dottori commerciali o degli avvocati;
  • estendere il relativo regime premiale, sul piano delle sanzioni amministrative e penali nonché dei termini di accertamento, anche con riguardo ai periodi d’imposta precedenti all’ingresso nel regime della cooperative compliance.

Avvocati e Commercialisti: chi sono i certificatori fiscali.

La certificazione del TCF è quindi affidata a una nuova figura professionale: il certificatore fiscale.

Possono iscriversi all’elenco dei certificatori avvocati e commercialisti che soddisfano requisiti specifici di competenza, esperienza e formazione così come definito dal dm del MEF n.212/2024. 

Quest’ultimo infatti ha definito i requisiti, compiti e adempimenti dei professionisti abilitati alla certificazione del sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale.

Per ottenere l’attestazione di certificatore è necessario partecipare a un percorso formativo, di almeno 80 ore, strutturato in tre moduli:

  • sistemi di controllo interno e gestione dei rischi (per almeno il 50% del totale);

  • principi contabili;

  • diritto tributario.

Al termine di ogni modulo è previsto un test di valutazione al fine di ottenere l’attestazione necessaria.  

Il regolamento prevede anche possibili esoneri, totali o parziali, dalla frequenza dei corsi e/o dai test, in base ai titoli di studio o all’esperienza professionale del professionista. La verifica dei requisiti è affidata a una Commissione composta da rappresentanti del CNF, del CNDCEC e dell’Agenzia delle Entrate.

Motivi della proroga.

I Consigli nazionali di commercialisti e avvocati hanno intanto approvato i primi elenchi di professionisti abilitati alla certificazione del TCF: si tratta di soggetti che avevano già presentato domanda e che, grazie alle competenze pregresse, non devono frequentare la formazione obbligatoria.

La proroga risponde alle richieste arrivate dalla Commissione Finanze della Camera, che ha segnalato le difficoltà e i ritardi legati alla creazione dell’elenco e all’avvio della formazione per i professionisti non esonerati.