Donazione di una casa agli eredi: quali problemi?

L’atto di donazione di una casa agli eredi è una disposizione complessa e ricca di conseguenze spesso sottovalutate dal donante. 
Cerchiamo dunque di fare chiarezza su questo tema, andando a condividere diversi spunti che vi permetteranno di migliorare la conoscenza su un argomento denso di sfaccettature.

Approfondiamo insieme le due tipologie di donazioni: le donazioni dirette e le donazioni indirette.
E cerchiamo di capire insieme quali problematiche potrebbero insorgere nella donazione di una casa.

 

Donazioni dirette e indirette

Cominciamo con il sintetizzare che nel nostro ordinamento giuridico sussistono due diverse categorie “tecniche” di donazioni

 

  • le donazioni dirette sono riconducibili al caso in cui un soggetto (donante) sceglie di donare a un altro soggetto (donatario, anche non erede) un bene immobile, un bene mobile registrato, un bene mobile non registrato, aziende o rami d’azienda, o ancora somme di denaro;
  • le donazioni indirette sono invece riconducibili al caso in cui un soggetto sostiene una spesa in nome e per conto di un altro soggetto, o ne procura comunque un beneficio. 

 

Si pensi, a titolo di esempio, al soggetto che estingue il pagamento di un debito verso terzi o rinuncia a un credito o ancora vende un bene in favore altrui.
Ebbene, mentre nelle donazioni indirette l’ordinamento giuridico italiano non richiede un atto formale, considerato che la volontà della parte potrà evincersi non dal mero atto formale, bensì nella relazione tra l’impoverimento del donante e la spesa o l’obbligazione che ha dovuto sostenere in favore del ricevente, per le donazioni dirette la legge richiede la forma scritta.


Di qui, diventa sempre importante valutare preliminarmente se siamo dinanzi a una a una donazione diretta o a una donazione indiretta, considerato che la discriminante tra le diverse forme tecniche sarà l’evidenza chiara e univoca del reimpiego della somma donata rispetto alla previsione del donante.

 

Donazione di casa ad eredi ed eredi esclusi

Chiarito che cosa si intenda per donazioni dirette e donazioni indirette, cerchiamo di comprendere quali siano alcuni dei principali aspetti di maggiore delicatezza da affrontare nel momento in cui si provvede alla donazione in favore di uno solo degli eredi (o di un soggetto estraneo agli eredi legittimi).


In questo caso, infatti, gli eredi che ne sono stati esclusi dalla donazione possono fare in modo che gli sia riconosciuta la propria quota di spettanza, incrementando le quote su altri beni, o provvedendo a farsi restituire il bene donato, in quote o nella sua interezza, in maniera tale che per ogni erede sia correttamente riconosciuta la quota di spettanza. In altri termini, in sede di successione le precedenti donazioni eseguite in vita dal donante possono rientrare all’interno dell’asse ereditario, con conseguente maggiorazione di quanto appare.

 

A titolo di esempio, può essere utile valutare cosa potrebbe accadere nelle ipotesi di acquisto di una casa in favore del donatario, attraverso il pagamento del donante: la somma di denaro viene spesa dal donante, mentre l’abitazione sarà intestata al donatario che, dunque, la riceverà in donazione. 
Come risulta evidente, l’oggetto della donazione è l’abitazione e non la somma di denaro. Ne consegue che nelle ipotesi di una eventuale richiesta di collazione futura, si dovrà conferire nell’asse ereditario la casa, e non la somma di denaro utilizzata.

 

Non si parla, invece, di donazione indiretta se il donante partecipa solamente con il pagamento di una parte dell’intera somma dovuta per l’acquisto dell’immobile: in questo caso la donazione non sarà indiretta, ma si tratterà di una donazione diretta di somma di denaro.
Considerata la ricchezza di fattispecie ipotizzabili e per evitare che la donazione fatta oggi possa causare problemi un domani, prima di procedere con un atto di donazione è sempre opportuno condividerne caratteristiche e finalità con un esperto consulente.
 

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