Differenze tra primo rischio assoluto e valore intero per la Polizza Incendio e Scoppio
Uno degli aspetti da considerare quando si sta per stipulare la Polizza Incendio e Scoppio è la modalità in cui sarà calcolato l’indennizzo nel caso in cui dovesse concretizzarsi il rischio coperto dal contratto.
Stiamo parlando della possibilità di sottoscrivere una Polizza a Primo rischio assoluto o a Valore Intero.
Per comprendere la differenza è necessario conoscere la Polizza e analizzare le due opzioni.
 
 

Polizza incendio e Scoppio: cos’è e come funziona

 
La Polizza Incendio e Scoppio copre dai danni provocati all’immobile in seguito a eventi come incendi, esplosioni, fughe di gas e corto circuiti.

Sebbene sia facoltativa per legge, infatti, le banche possono subordinare la concessione di un mutuo alla presenza di questa Polizza.

L’assicurazione infatti agisce con una protezione a due livelli: tutela sia il mutuatario, che gli interessi della banca o dell’istituto di credito che ha erogato il prestito.
La Compagnia infatti, interviene coprendo i danni subiti dai beni coinvolti nell’incidente.
 
 

Come viene calcolato l’ammontare dell’indennizzo

 

Primo Rischio Assoluto

La Polizza a primo rischio assoluto offre un indennizzo integrale per danni uguali o minori al massimale indicato nel contratto.

In questo modo è possibile avere una copertura per l’immobile diverso dal suo valore di ricostruzione.
Per una maggiore comprensione facciamo un esempio:
Il valore reale è di € 120.000 mentre la Polizza ha un massimale di € 65.000. In caso di incendi, esplosioni, o altri eventi coperti dal contratto, l’assicurato riceve un indennizzo per tutte le somme inferiori a 65.000€.
La logica del Primo rischio assoluto è che, in caso di eventi imprevisti, difficilmente viene danneggiato l’intero immobile ma solo una parte di questa.

Un aspetto da conoscere è la possibilità di optare anche per il Primo rischio relativo che consiste in una via di mezzo tra il Primo rischio assoluto e il Valore intero (le cui caratteristiche le vedremo in seguito).

Con il Primo rischio relativo, il contraente, al momento della sottoscrizione del contratto, deve indicare due valori: il valore assicurato, che si riferisce al massimo risarcimento che la compagnia può versare; il valore assicurabile, cioè il valore di tutte le cose che sono oggetto di polizza. Se in caso di sinistro quest’ultimo risulta maggiore del primo, l’indennizzo viene calcolato secondo la regola proporzionale.
 

Valore Intero

La regola proporzionale caratterizza la soluzione a Valore intero.

Scegliendo questa clausola la somma assicurata deve corrispondere al valore reale del bene assicurato.
Ne consegue che se si assicura un bene dal valore di mercato di € 120.000, non sarà possibile ricevere un indennizzo maggiore o superiore a questa cifra. Per questo motivo si tratta di una polizza adatta a chi può definire in modo preciso il valore dei beni che vuole assicurare, così da avere la garanzia di ricevere un indennizzo pari al valore effettivo dei suoi beni.

Un aspetto da considerare è che si deve assicurare il bene per intero e non è possibile assicurare solo una sua parte, come invece prevede il Primo rischio assoluto.
 
 

Quale conviene scegliere

 
È chiaro che la durata, spesso molto lunga, dei contratti rende difficile poter prevedere il corso degli eventi.
Una polizza a Valore Intero è caratterizzata sicuramente da un premio inferiore rispetto alla polizza a Primo Rischio Assoluto. Tuttavia potrebbe rivelarsi particolarmente impegnativa nella gestione in quanto, a causa della variazione continua del valore dei beni sul mercato, si pone la necessità di adeguare ogni anno le somme assicurate al valore reale del bene.

È quindi sempre consigliato valutare i pro e i contro, lasciandosi guidare nella scelta dal proprio assicuratore.

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