riforma professioni ordinistiche

Il Governo ha dato il via libera a un processo di riforma, definito da molti “epocale”, che coinvolge tutti i professionisti iscritti all’Albo. 

Nelle scorse settimane, infatti, sono stati approvati quattro disegni di legge delega con l’obiettivo di adeguare e modernizzare le norme che disciplinano le diverse categorie professionali. 

Un progetto che, se confermato, segnerà una delle più grandi riforme dal 2011. 

Quali sono i disegni di legge delega approvati nelle scorse settimane.

In particolare, il 4 settembre, sono stati approvati il ddl generale, il ddl per la riforma della professione forense e il ddl dedicato al comparto sanitario.

L’11 settembre, invece, è stato dato il via anche alla riforma per i commercialisti e gli esperti contabili.

Il ddl generale mira a rinnovare il sistema normativo introdotto dal dl 138/2011, attuato dal D.P.R. 137/2012.

Quest’ultimo, secondo gli esperti, aveva introdotto delle regole comuni riguardanti gli Albi, il tirocinio, la formazione o i procedimenti disciplinari, senza tenere conto delle peculiarità delle diverse categorie professionali. 

Il progetto di riforma, quindi potrebbe intervenire su diversi aspetti, tra cui il riparto delle competenze e le regole elettorali nazionali e territoriali.

Vediamo insieme le principali novità.

Riforma della professione forense.

Il disegno di legge delega rivolto agli avvocati ha introdotto una riforma di grande impatto che supererebbe la legge professionale n. 247/2012. 

Tra le principali novità: 

  • la riaffermazione dell’indipendenza dell’avvocato, 

  • la delimitazione delle attività riservate, 

  • la nullità per atti compiuti senza assistenza legale,

  •  il ripristino del giuramento, 

  • il rafforzamento del segreto professionale. 

Sul piano ordinamentale, il ddl prevede l’istituzione di un albo unico e di elenchi e registri specialistici, la riorganizzazione delle incompatibilità con la professione e il riconoscimento del Consiglio nazionale forense (CNF) e degli ordini circondariali quali enti pubblici non economici, con poteri regolamentari e di rappresentanza istituzionale.

Per quanto riguarda la formazione, invece, si parla di riforma dell’esame di Stato e dei criteri di valutazione.

Riforma medici e professioni sanitarie.

Il ddl delega sulle professioni sanitarie mira, allo stesso modo, ad aggiornare l’ordinamento che regola il mondo delle professioni sanitarie.

Tra le principali novità troviamo: 

  • la valorizzazione delle competenze, 

  • la revisione della formazione manageriale e continua,

  • la semplificazione delle attività amministrative a carico del personale sanitario,

  •  l’aggiornamento degli Ordini e del sistema sanzionatorio,

  • correttivi alla legge 24/2017 sulla responsabilità professionale per ridurre il carico penale e civile.

Inoltre, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il SSN, e di contrastare la carenza di personale, la riforma prevede alcune novità come: gli incentivi alla carriera, il ricorso a forme di lavoro flessibile per gli specializzandi, maggiore sicurezza sul lavoro e meccanismi premiali legati alla performance.

Riforma commercialisti ed esperti contabili.

Il ddl per la riforma dei dottori commercialisti ed esperti contabili, approvato nei giorni successivi con alcune modifiche al testo originario, punta ad aggiornare il d.lgs. 139/2005 accogliendo le richieste della categoria.

La riforma interviene su aspetti centrali dell’ordinamento: tirocinio, formazione continua, sistema elettorale, specializzazioni, società tra professionisti.

Tra i principali obiettivi: 

- il consolidamento del ruolo dei professionisti nei processi tributari, societari e finanziari; 

- la semplificazione delle procedure per l’accesso alla professione; -il rinnovamento delle regole di governance degli Ordini; 

- il potenziamento delle garanzie a favore di imprese e cittadini, anche attraverso sistemi assicurativi collettivi.

Cosa succederà adesso.

Dopo l’approvazione dei disegni di legge delega da parte del Consiglio dei Ministri, i testi sono stati trasmessi al Parlamento. Saranno ora Camera e Senato a discutere e votare i provvedimenti, con la possibilità di introdurre modifiche. Solo dopo l’approvazione parlamentare, il Governo avrà fino a 24 mesi di tempo per emanare i decreti legislativi attuativi.