novità per le assicurazioni degli avvocati, potrebbe essere responsabili solo per dolo e colpa grave
Novità per gli avvocati in tema di responsabilità professionale.

Il Senato ha dato il primo via libera al disegno di legge che modifica regime della responsabilità civile degli avvocati, limitandola ai soli casi di dolo o colpa grave, una scelta che avrebbe un peso molto importante sulla professione forense.

La proposta, depositata due anni fa (atto n. 745) su iniziativa del senatore Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e sostenuta dall’associazione Italia Stato di Diritto, punta a rafforzare le garanzie per chi esercita la professione legale, riconoscendo il ruolo essenziale degli avvocati nella difesa dei diritti fondamentali.

«È molto positivo il segnale che ha dato il Parlamento – commenta Guido Camera, presidente di Italia Stato di Diritto. L’auspicio è che la proposta diventi presto legge, raccogliendo un consenso trasversale. Non è una battaglia corporativa, ma una garanzia per i cittadini: senza il lavoro degli avvocati, non c’è concreta tutela dei diritti».

Si attende adesso la calendarizzazione del testo in Aula entro fine luglio.

La proposta: limitare la responsabilità degli avvocati.

La proposta di legge presentata dal senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, ha l’obiettivo di modificare la legge n.247/2012 aggiungendo all’art.3, comma 2, il seguente periodo: “Per gli atti e i comportamenti posti in essere nell’esercizio della professione l’avvocato risponde dei danni arrecati con dolo e colpa grave; non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto.”

In questo modo la responsabilità degli avvocati sarebbe allineata alla posizione dei magistrati.

Infatti, la legge n. 117/1988 stabilisce che i giudici rispondono dei danni causati nell’esercizio delle loro funzioni solo nei casi di dolo o colpa grave, escludendo ogni responsabilità derivante dall’attività interpretativa delle norme giuridiche o dalla valutazione dei fatti e delle prove.
«Vogliamo evitare – ha dichiarato Zanettin – un aumento delle azioni legali promosse dagli assistiti contro i propri difensori, soprattutto in conseguenza delle pronunce di inammissibilità dei ricorsi davanti alla Corte di Cassazione».

Il senatore ha sottolineato che, in seguito alle recenti riforme del processo penale, una quota sempre più rilevante dei giudizi viene definita proprio attraverso dichiarazioni di inammissibilità, esponendo così gli avvocati a un potenziale incremento di contenziosi risarcitori. «Per questo motivo – conclude Zanettin – riteniamo opportuno circoscrivere le ipotesi di responsabilità, tutelando l’attività professionale svolta in buona fede e secondo le regole dell’arte».

I rischi del contenzioso e il dibattito parlamentare.

Nonostante non siano disponibili dati ufficiali sulle cause intentate contro gli avvocati, dalla relazione alla proposta di legge emerge una crescita del numero di  contenziosi, una tendenza individuata anche dal presidente del Consiglio nazionale forense.

Secondo il senatore Zanettin anche se le stime indicano che gli avvocati vengono condannati solo nel 15% dei casi, il problema non può essere sottovalutato per due motivi.

Il primo riguarda l’aumento del rischio professionale: sempre più cause vengono definite per motivi procedurali, cioè per errori nelle regole del processo, piuttosto che con una decisione di merito. Questo può indurre i clienti a ritenere che l’avvocato abbia commesso un errore, esponendolo a richieste di risarcimento.
Il secondo motivo, invece, riguarda la necessità di evitare che un avvocato possa essere sanzionato per lite temeraria solo perché ha contestato un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. Una situazione del genere, secondo Zanettin, rischia di limitare il diritto di difesa e scoraggiare un’interpretazione evolutiva del diritto.

Critiche e dubbi.

Intorno alla riforma sono emerse numerose perplessità da parte dell’opposizione e degli esperti.
Alberto Del Noce, presidente dell’Unione delle Camere Civili, se da un lato appoggia l’intenzione di circoscrivere la responsabilità degli avvocati, dall’altro solleva alcuni dubbi.

Secondo Del Noce, infatti, gli avvocati dovrebbero comunque continuare a rispondere anche per negligenza, in quanto limitare troppo la responsabilità professionale potrebbe trasformarsi in un calo della qualità della tutela.

La soluzione per ridurre il fenomeno dei contenziosi potrebbe essere quella di rendere obbligatorio il tentativo di mediazione, sul modello della responsabilità sanitaria. In questo modo si potrebbe favorire una risoluzione extragiudiziale delle controversie, alleggerendo il carico sui tribunali senza compromettere i diritti dei clienti.

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