NOVITA PER IL TERZO SETTORE: ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA E REGISTRO UNICO

Registro Unico e Assicurazione obbligatoria per i volontari: le ultime novità per le ETS del terzo settore, imprese sociali e Onlus.

lo scorso 15 settembre il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha firmato il decreto ministeriale n. 106/2020, in attuazione del D.lgs 117/2017 che ha avvitato la riforma nel mondo del Terzo settore

La motivazione di base: la crescita del Terzo Settore

Un aspetto non indifferente, soprattutto se consideriamo che secondo l’ultimo censimento Istat del 2017 le istituzioni no profit presenti sul nostro territorio sono 350.492, impiegano oltre 844.775 dipendenti e volontari, e aumentano con un tasso di crescita annuo superiore rispetto a quello che si rileva per le imprese orientate al mercato.

Con l’aumento del numero delle associazioni del terzo settore presenti sul nostro territorio, aumenta anche la loro rilevanza produttiva, chiarendo sia la necessità di un’attuazione della riforma in tempi rapidi che la complessità strutturale che quest’ultima potrebbe incontrare. 

Alcuni gruppi assicurativi sono comunque già scesi in campo per snellire le procedure. Tra questi emerge il gruppo Assimoco che ha creato, già da tempo, una sezione ad hoc che si occupa dello sviluppo di prodotti e servizi. Si aggiungono inoltre Banca Etica e il consorzio Caes Italia.
 

Il tipo di Assicurazione per le ETS

Tra le principali proposte: la tutela multirischio per la copertura obbligatoria dei volontari; una Polizza di Responsabilità civile per l’economia solidale con il fine di indennizzare le associazioni in caso di danni a terzi nello svolgimento delle loro attività.

Una polizza che tutela quindi sia i volontari delle ETS, che le associazioni stesse.
 

Un Registro Unico del Terzo Settore

Uno dei primi passi da compiere resta comunque la gestione del Registro unico che permetterà di superare la frammentarietà del Terzo Settore, data dalla presenza di una miriade di registri locali, concretizzando l’obiettivo di una struttura burocratica uniforme

Il decreto, in realtà, non prevede l’iscrizione obbligatoria al Registro, tuttavia l’assenza del “vincolo” non dovrebbe ostacolare il raggiungimento degli obiettivi preposti. È previsto, infatti, l’accesso ai nuovi regimi fiscali agevolati, come il regime forfettario, solo per gli enti che decideranno di iscriversi. È prevista, inoltre, anche la possibilità di ricevere il 5 per mille dell’Irpef che in futuro, secondo alcune notizie, potrebbe essere destinato esclusivamente agli iscritti al Registro.
 

I requisiti richiesti

Tra i requisiti richiesti per l’iscrizione risultano di particolare l’importanza:

  • Attuare un adeguamento statuario;
  • Dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata;
  • Presentare il bilancio dell’anno precedente.

Per presentare la domanda di iscrizione ci si dovrà rivolgere al rappresentante legale presso l’ufficio regionale o provinciale competente o, in alternativa, all’ufficio statale per l’iscrizione nella sezione delle reti associative del terzo settore. La domanda sarà valutata ed evasa entro 60 giorni. Se trascorso questo tempo non si avrà alcuna risposta la domanda sarà considerata accettata. Le prime iscrizioni, comunque, non avverranno prima della primavera del 2021.

Restano comunque ancora alcuni dettagli da definire. Per l’attuazione definitiva dei nuovi regimi fiscali, ad esempio, si dovrà attendere l’autorizzazione della Commissione europea che al momento non è stata sollevata dal governo italiano.

Il prossimo anno quindi potrebbe finalmente avviarsi un dialogo più dinamico tra enti no profit e Stato che permetterà, forse, di rafforzare un settore da troppo tempo lasciato in panchina.

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