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Per la legge italiana, sono i genitori a dover rispondere dei danni derivanti dalle azioni dei figli minorenni. L'articolo 2048 del Codice Civile stabilisce infatti che il padre, la madre, o il tutore “sono responsabili dei danni causati dai loro figli minori non emancipati o dalle persone sotto tutela che vivono sotto lo stesso tetto. 

La responsabilità del genitore scatta sia in caso di veri e propri reati che per i danni derivanti da illeciti civili. 

Rientrano nella prima categoria illeciti come un furto, un atto di diffamazione sui social o una rissa tra coetanei. Sono considerati illeciti civili, invece, quei piccoli imprevisti quotidiani che possono accadere a chiunque, come una palla che finisce sul vetro del vicino o il segno indelebile che il giovane ciclista lascia sulla carrozzeria di un’auto parcheggiata per strada. 

In tutte queste situazioni, è un dovere dei genitori rispondere dei danni provocati a terzi dal figlio minorenne che vive sotto lo stesso tetto, a meno che non siano in grado di dimostrare di aver fatto tutto il possibile per prevenire l'evento dannoso. 

 

La responsabilità civile dei genitori

 

Ai genitori si contesta la mancata attenzione verso il minore e di non aver fornito una formazione completa al figlio, con il fine di prevenire comportamenti illeciti futuri. In altre parole, poiché l'educazione dei figli rientra tra i doveri dei genitori, se, date le circostanze, si ritiene che il giovane non abbia ricevuto un'educazione adeguata tale da evitare comportamenti indesiderati nella vita sociale o in altre attività ricreative, i genitori possono essere chiamati a risarcire i danni subiti da terzi. 

Tale responsabilità si basa sul presupposto che i genitori hanno il compito di vigilare e istruire i loro figli per evitare condotte dannose verso gli altri. Questa interpretazione è stata confermata nella sentenza della Cassazione n. 4303/2023. 

Ricordiamo che la responsabilità penale è personale, il che significa che un individuo è ritenuto penalmente responsabile solo per le proprie azioni. La responsabilità dei genitori, verso gli illeciti commessi dai figli, è di natura civile e mira al risarcimento dei danni subiti da terzi a causa delle azioni del minore. 

Per tutelarsi da questo tipo di rischi esistono diverse soluzioni, offerte anche dal mondo assicurativo. Una di queste, nonché la più completa, è la Polizza Capofamiglia. Si tratta, infatti, di un importante scudo finanziario che tutela dalle spiacevoli conseguenze di eventi il più delle volte impossibile da controllare. 

 

Come difendersi: cos’è la Polizza Capofamiglia

 

La Polizza Capofamiglia tutela il contraente e il suo intero nucleo familiare in caso di danni, causati a terzi nella sfera privata. 

L’assicurazione può essere stipulata da qualunque membro della famiglia, a condizione che sia maggiorenne e include tutti gli altri membri: coniuge o convivente, figli, collaboratori e animali domestici. Le garanzie della Polizza: non solo danni causati da figli minori 

 

La Polizza, oltre a tutelare dagli illeciti compiuti figli minori, garantisce una copertura per numerosi inconvenienti eventi, come i danni causati da:

  • Oggetti caduti dalla propria abitazione; 
  • Animali domestici, come cani o gatti;
  • Collaboratori domestici durante lo svolgimento delle loro mansioni;
  • Conseguenti ad azioni commesse da figli domiciliati altrove per motivi di studio, purché Parte dello stato famiglia;
  • Incendio, o guasti, di beni di proprietà del contraente;
  • Infiltrazioni di acqua in grado di danneggiare i beni degli altri inquilini.

Stipulare una polizza Capofamiglia è un vero e proprio investimento per la stabilità del nucleo familiare. Scegliendo una copertura adeguata sarà possibile garantire un futuro sicuro ai propri cari, senza il rischio di dover affrontare pesanti ripercussioni finanziarie. 

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