Indagini e sanzioni sul superbonus e i bonus casa per il 2023

Al via i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sulle sospette frodi nell’ambito del Superbonus 110

Le verifiche sono effettuate grazie all’uso di algoritmi che, analizzando i dati, consentono all’Amministrazione di individuare i casi con anomalie, avviare un controllo più approfondito e, se necessario, bloccare la cessione dei crediti. 

Nel mirino dell’Agenzia delle entrate i “finti condomini”.

È il caso dei contribuenti di un condominio, situato a Trieste, accusati di aver attuato un escamotage per fruire di bonus che altrimenti l'impresa appaltatrice non avrebbe potuto ottenere.

Il ricorso, presentato dai soggetti coinvolti, ha portato alla sentenza n. 81 del 11/04/2023 della Corte di giustizia di Trieste che ha dato ragione agli Uffici finanziari.

 

Il caso del "finto condominio" di Trieste
 

Un condominio, situato in provincia di Trieste, ha impugnato un provvedimento di annullamento della comunicazione ex art. 121 del DL n. 34/2020, notificato dall’Agenzia delle Entrate.

Nel ricorso, il condominio chiariva di aver effettuato regolarmente i lavori per la riduzione del rischio sismico

Una volta aver completato la percentuale dei lavori prevista dalla legge, ha inviato all'Agenzia delle Entrate una prima comunicazione dell'opzione ex art. 121 del DL 34/2020, accettata senza alcuna obiezione da parte dell'Ufficio.

In seguito, dopo aver raggiunto il 60% di stato di avanzamento dei lavori, ha inviato una seconda comunicazione. 

Tuttavia l’Ente risponde con una comunicazione contenente l’avviso di sospensione degli effetti a causa della presenza di profili di rischio.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti,l'intestazione dell'immobile a persone fisiche, rappresentava "un escamotage per fruire di bonus non spettanti all'impresa appaltatrice" in quanto appariva evidente che quest'ultima in luogo di acquisire direttamente l'immobile e procedere alla sua ristrutturazione e la successiva rivendita, condizione che peraltro non consentiva l’accesso al Superbonus, avrebbe fatto acquistare l'immobile ai familiari del titolare della medesima impresa, i quali avrebbero “costituito il condominio e affidato i lavori per gli interventi alla stessa società potendo così beneficiare del superbonus 110%”.

Le accuse dell’Agenzia delle Entrate si basavano su una serie di trasferimenti dell’immobile per il quale l’impresa coinvolta, intestata a un architetto, aveva sottoscritto un preliminare di acquisto pagando il prezzo ai precedenti proprietari e, successivamente, aveva provveduto a cedere il suddetto preliminare alla moglie dell'architetto titolare, alla madre e alla suocera. 

Queste ultime, in seguito, si erano intestate le varie unità immobiliari, avevano costituito un condominio e incaricato un amministratore, che ha poi nominato la medesima impresa per l’esecuzione dei lavori. 

Considerati gli elementi di rischio emersi, l'Ente ha quindi confermato il blocco, in quanto appariva verosimile che la società costruttrice avesse ideato le operazioni descritte con il solo fine di usufruire dell'agevolazione.

 

La sentenza
 

La Corte di giustizia tributaria di Trieste si è pronunciata sui fatti evidenziati sentenziando che l'impresa appaltatrice dei lavori ha simulato la costituzione di un condominio con lo scopo di accedere al Superbonus 110% e di ristrutturare l’immobile a spese dello Stato.

Secondo la Corte, il caso rappresenta un chiaro esempio di elusione fiscale per abuso del diritto dichiarando che rientrano in questa fattispecie tutte quelle operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme, realizzano vantaggi fiscali indebiti. 

L'abuso del diritto, quindi, si configura tutte le volte in cui il contribuente attua una condotta tortuosa, ponendo in essere atti negoziali non lineari, anche tra loro correlati, che legittimano l'ottenimento di vantaggi fiscali, ai quali si accede in contrasto con i principi dell'ordinamento tributario. 

Ne consegue che l’aver svolto la procedura nel rispetto della legge, sul piano formale, non eviterà il rischio di andare incontro a sanzioni se dovessero emergere anomalie. 

 

Le frodi
 

Il caso in questione non può che spingere le autorità e l’Agenzia delle Entrate a proseguire, e intensificare, le indagini sulle frodi che sin dall'inizio hanno ostacolato la continuità del Superbonus 110% e degli altri bonus edilizi.

Ad oggi, infatti, in base alle dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, le frodi sull’utilizzo dei crediti d’imposta da bonus edilizi, intercettate da Finanza e Agenzia delle Entrate, ammonterebbero a 9 miliardi, di cui 3,7 sono già stati sequestrati.

È interessante notare che oltre la metà, il 58%, ha riguardato il bonus facciate, il 23% l’Ecobonus, l’8% il sismabonus e il 5% Superbonus.

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