La Detrazione dei Premi delle Polizze Vita

Si avvicinano i tempi della dichiarazione dei redditi e, con essi, anche il momento in cui occorrerà reperire la documentazione utile per poter portare in detrazione alcuni dei costi sostenuti nel 2017. In tale ambito, giocano un ruolo anche le polizze di assicurazione sulla vita, che beneficiano di un’agevolazione utile per poter ridurre il proprio carico fiscale.

Vediamo dunque quali sono le Polizze Assicurative che possono godere della detrazione, chi può fruirne e in quali termini.

 

Quali Polizze possono essere Detratte

Iniziamo con il ricordare che le Polizze Vita con rendita che possono godere della detrazione fiscale sono tutte quelle assicurazioni stipulate in data antecedente al 31 dicembre del 2000, e che ancora oggi possono fruire di un bonus fiscale per i premi annuali versati alla compagnia di assicurazione.

L’importo massimo che può essere portato in detrazione è pari a 1.291,14 euro: un massimale che dovrà tenere conto anche dei versamenti che il contribuente dovesse eventualmente aver effettuato per i familiari a carico (si pensi al coniuge fiscalmente a carico o ai figli minori).

 

Da quanto sopra ne deriva che questa particolare tipologia di polizze non può aprire le porte ad alcuna detrazione se sono state stipulate in data successiva al 1 gennaio 2001.

Attenzione, però, a non cadere in facili confusioni. La discriminante temporale della data di sottoscrizione riguarda le Polizze sulla Vita che prevedono la creazione di una rendita: parliamo, cioè, di quel tipo di Polizze Vita che prevedono che una parte del versamento vada a creare il monte capitale per la creazione della rendita, mentre l’altra parte sia riservata alla copertura caso morte (che nel caso in cui l’evento monte non si verifichi va persa).

 

Continuano a godere della possibilità di Detrazione Fiscale, invece, le Polizze Vita Temporanee Caso Morte e le Polizze Infortuni, per la sola componente riguardante l’invalidità permanente, per una percentuale di invalidità superiore al 5%.

Ne deriva che nell’ipotesi di Polizze Miste (ovvero quelle polizze che prevedono diverse forme di prestazione), la detrazione fiscale potrà essere fruita solamente per la componente che riguarda i casi appena citati, se sottoscritta dopo il 1 gennaio 2001.

 

Quali le aliquote utilizzabili per la detrazione fiscale

La detrazione fiscale dei premi assicurativi, come sopra individuati, prevede l’applicazione di un’aliquota fissa al 19%.
Intuibilmente, trattandosi di una detrazione sul proprio carico fiscale, nell’ipotesi in cui il contribuente non abbia carichi perché, magari, non dichiarante reddito, non potrà godere di tale beneficio.

Al di là di ciò, per poterne fruire sarà sufficiente indicare nell’apposito campo del proprio modulo di dichiarazione dei redditi il premio pagato per le coperture ammesse a detrazione.
L’importo potrà essere rilevato dalla apposita certificazione fornita dalla compagnia assicurativa, la quale dovrà essere conservata insieme al modulo di dichiarazione dei redditi per gli eventuali controlli del caso.

 

Chi può godere delle detrazioni (e chi no)

Chiarito quanto sopra, è bene ricordare che le opportunità di detrazione sono abbastanza limitate sia per quanto concerne gli importi che per quanto attiene le tipologie di polizze contemplate dal legislatore.
 

Ad esempio, non sono ammesse a detrazione le quote di premio pagate per le Polizze Assicurativa a Vita Intera (come le Unit linked e le Index linked), che il legislatore ha evidentemente inteso come delle mere forme di investimento, che “sfruttano” la forma tecnica dell’assicurazione per il conseguimento di alcuni vantaggi, legati principalmente all’impignorabilità delle quote, e alla possibilità che non siano sequestrabili, né rientranti nell’asse ereditario (il contraente potrà dunque indicare liberamente i beneficiari, e modificarli in qualsiasi momento).

Per gli stessi motivi, le Polizze sulla Vita che sono ammesse all’agevolazione fiscale della detrazione non devono essere confuse con quelle Polizze che hanno finalità previdenziali di “nuova generazione”, e che possono assicurare un regime fiscale più favorevole.

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