Altrove, come avviene in Danimarca, sono una realtà all’ordine del giorno, almeno di questi tempi. Da noi, invece, i mutui casa con tassi negativi, in cui il debitore si trova ad avere “interessi positivi” che vanno a ridurre l’importo della sua rata, non sono invece legali. Eppure, anche nel nostro Paese, ci sarebbero tutte le “potenzialità”: i finanziamenti indicizzati all’Euribor, con tassi inizialmente debitori, potrebbero infatti esser finiti sotto zero a causa della flessione del costo del denaro interbancario, aprendo così scenari di particolare gradimento per la clientela.
Tuttavia, contrariamente a quanto avviene in altre parti d’Europa, in Italia i mutui con tassi di interesse negativi non sono ammessi, con buona pace dei mutuatari che avrebbero voluto beneficiare di questa positiva evoluzione del costo del denaro.
Sul tema è intervenuto l’Arbitro bancario finanziario con decisione n. 23294/2018, affermando che se il contratto di mutuo a tasso variabile non prevede una clausola floor, che cioè limiti la discesa del tasso sotto una certa soglia, e il parametro di indicizzazione pressa il tasso di interesse fino a farlo sfociare in una zona negativa, il mutuo si intende “infruttifero” fino al momento in cui il parametro di indicizzazione (Euribor) non porta il tasso in territorio positivo.
Attenzione, però. Se infatti è vero che il contratto diventa infruttifero di interessi, è anche vero che questo non espone la banca a pagare gli interessi al mutuatario. L’art. 1813 c.c. definisce infatti il mutuo come un contratto attraverso cui la parte consegna all’altra una somma, e la controparte si obbliga a restituire la somma di pari quantità, oltre agli interessi pattuiti. Ne determina che non potrebbe configurarsi, per la legge italiana, il caso in cui il mutuatario restituisca una somma “inferiore” a quella ottenuta in prestito.
Dunque, considerato che il Codice civile non contempla questa ipotesi, quando il tasso diventa negativo, il mutuatario si limiterà a pagare rate con sola quota capitale, senza quota interessi. E, almeno, lo farà fino quando – cosa probabile, nei prossimi anni – l’Euribor non tornerà a crescere riconducendo il tasso finito sopra quota 0.