proposte dal governo per le pensioni anticipati e gli anni di contributi
Si avvicina la scadenza di Quota100 prevista per il 31 dicembre 2021.
La misura, introdotta nel 2019, consente il pensionamento anticipato a tutti coloro che hanno un’età anagrafica minima di 62 anni e almeno 38 di contributi.
Si accede, inoltre, alla pensione senza alcuna penalizzazione sull’assegno, se non quella conseguente al tempo contributivo minore.
Sin dall’inizio questa misura è stata approvata con il fine di mitigare gli effetti della Riforma Fornero, in attesa di una riforma definitiva.
Quest’ultima dovrebbe arrivare con la Legge di Bilancio 2022, il cui documento programmatico dovrebbe essere presentato alla Commissione europea entro il 15 ottobre.
Tuttavia il Governo, sulla questione, fatica a trovare una soluzione nonostante i tentativi di raggiungere un accordo in grado di conciliare tutte le proposte.
La priorità, infatti, è quella di trovare un’alternativa a un ritorno alla Legge Fornero.
 
 

Le proposte in campo per la Riforma Pensioni

 
Una prima proposta arriva dal deputato della Lega Claudio Durigon, la cosiddetta Quota 41, che prevede la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.
Tuttavia il partito si è distanziato dalla proposta chiarendo di preferire la proroga di Quota 100; dichiarazione, che ha evidenziato la presenza di fratture, sul tema, non solo tra le diverse forze politiche ma anche interne ai partiti.
Arrivano diverse soluzioni anche dal Partito Democratico tra le quali emerge quella sottoscritta da Debora Serracchiani, Carla Cantone e Romina Mura: il pensionamento anticipato ad almeno 63 anni di età, allargando la possibilità anche a nuove categorie di lavori pesanti.
La misura, inoltre, potrebbe essere accompagnata dal mantenimento dell’Opzione Donna: la possibilità di richiedere la pensione con 35 anni di contributi e l’aggiornamento dell’età anagrafica ogni anno, l’introduzione della pensione di garanzia per i giovani, l’abbassamento dell’età per madri lavoratrici.
Un’ulteriore idea giunge dalla deputata di Forza Italia Renata Polverini, che propone di introdurre la possibilità di ottenere la pensione a 62 anni con 35 anni di contributi (ma con una riduzione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni).
Resta in silenzio invece il Movimento Cinque Stelle che ha solo sottolineato l’importanza di introdurre un sistema pensionistico che consenta, a tutti coloro che svolgono lavori gravosi, di andare in pensione in anticipo.
 
 

Lontani da una soluzione comune

 
Resta ancora lontana quindi una soluzione comune, aspetto emerso anche durante l’audizione sulla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, davanti alle commissioni riunite di Bilancio di Senato e Camera, che si è tenuta il 6 ottobre.
In questa occasione infatti il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è rimasto vago spiegando che nella Nadef non si accenna al tema delle pensioni in quanto “è una delle questione aperta che sarà affrontata nella Legge di Bilancio”.
È chiaro quindi che si tratta di una partita in cui si giocherà tutto nei prossimi due mesi.

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